sabato 28 gennaio 2012

FRANCA ALETTI


         

Dalla nebbia vengo e nella nebbia vado
 
E mi scuoto da dosso tutto quanto
la polvere dei gelsi già fioriti
righe di gomma sopra le campane
palloni mai giocati che mi aspettano
il diario di un cieco
il pallore di un negro che si guarda
un pellerossa con il suo tamburo
e nebbia bevo e nebbia mi rincorre
mentre sorpasso auto e arcobaleni
nessuno scambio avviene
nessuna merce data
al mercato del niente
io ridivento tutto
e assolutamente. 






Lasciami dove finisce il volo
dove le piume non sorreggono
gli Alisei e le funi d'ascensori.
Lascia che tocchi il suolo tra pomodori e ortiche
che raddrizzi le vertebre in mezzo ai tavoli
di bicchieri di vino già pagati
tutti in fila alla cassa e fuori piove.
Lascia che ritorni jungla per arrivare in piazza
che costruisca diamanti con la grandine
il gioco è arrivare a quel niente così pieno
da sentirne sottilissima la voce
lascia che cerchi il buio
per ritrovare gli occhi.
 
 

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