giovedì 26 gennaio 2012

JANE HIRSHFIELDS



Di gravità e angeli

E  all'improvviso di nuovo,
voglio la strada lunga della tua coscia sotto la mano,

la coscia che ho tante volte percorso
la coscia sapida di sale e liscia come seme speso
e voglio il sapore di te  

che cola a dissetarmi sotto la lingua
(il luogo della voglia incalzante, la mia lingua)
e voglio tutti gli ineffabili, soffici, posti cedevoli,
la pancia e il collo

e il posto da cui spunterebbero le ali se fossimo angeli,
e noi lo siamo,

e voglio di te tutte le parti capaci di sollevarsi
le spalle e l'uccello 

e la lingua e il fiato
e il tuo inaspettato aprirti
tutto fonte, 

tutto desiderio,
e tutto che comincia
ogni volta per la prima volta, la prima,
finchè mi chiedo come mai
sappiamo persino quale parte siamo,
sappiamo persino la terra che ci solleva, rauca,
e ci porta fuori da noi stessi
come il suono sorgente d'un'alba d'estate
quando tutto quanto

si unisce.

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