domenica 22 gennaio 2012

EMANUELE REGGIANI



Tu mi capisci

Ho provato ad immaginare la mia vita senza te.
Mi sono chiesto
se potrei sentire lo stesso freddo,
se quel freddo - capisci ? -
potrei sentirlo ancora,
come l'odore tiepido del pane appena fatto
o come un fluido che mi frena, mi cristallizza
nell'immagine di una panchina vuota.
Mi sono chiesto
se potrei guardare in pace le nuvole,
la campagna scorrere,
e sentire il treno portarmi via
senza immaginarti a casa
mentre ti vesti
con quello che ti pare. 





Tra la nebbia e la terra

            Ha chiamato gli alberi per nome  l'autunno,
           che delle spoglie chiome proietta,
           nel freddo ingiallire,
           l'ombra propria.
Ma un albero non piange le sue foglie,
le porta a raccolta,
regala quel che nel mezzo era vita
dagli occhi alle mani.
Incide la nebbia coi suoi neri,
non si cura del lume acceso all'imbrunire,
del corvo
il levarsi e tornare.
Di lontano la coltre, guarda
il contadino:
pensa alla semente,
insegna alla terra,
le parla di neve e grano.
Dalla lanterna la fiamma colora il mosto.
Trema, vacilla, si ferma.
Si tira il fiato
e si aspetta che arrivi,
dalle cose che sono,
un cenno, un invito,
un parlare amico.


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