mercoledì 18 gennaio 2012

MARIO LUZI



La tua calligrafia
Aspetto come ogni anno
la tua calligrafia, la primavera
la risata fresca fra noi il letto
nuovo, fra noi quella parola
di carne e di ardore
quieta liquida spontanea,
regalo potersi arrendere:
prendersi, appartarsi
accettare l'appartenenza degli adulti, rovistare
cancellare ogni dolore
cadere nella piscina, nel tuffo
nel sagrato, partecipare alla vita degnamente, chiamare,
andare fieri, con la mano
tesa, tersi, gentili
nel vertice di quelle cose che
si fanno senso, fortuna, salute.






Non sono né carne né volo

Solo una scia d'amore vorrei cantare
quando non sono né donna
né carne, né volo, né acqua
quando non sono quella
e il nulla pietrifica in una condizione
d'inferno: sconforto di giorni
dove tutto e niente sono
la cosa cieca della cosa viva.
Se almeno piovesse e tu dicessi
- fa' questo per me con la mano
premuta, vedi questo seno
di donna non è sessuale, è una
cosa di bambini -.




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