martedì 10 gennaio 2012

W. H. AUDEN



Appoggia,amore,il tuo capo assonnato...

Appoggia,amore,il tuo capo assonnato
umano sul mio braccio senza fede;
in cenere riducono le febbri
e il tempo la bellezza individuale
dei bambini pensosi,e la tomba
mostra quanto sia effimero il bambino:
ma fino all’alba dentro le mie braccia
che la viva creatura s’abbandoni,
colpevole,mortale,ma per me
quella che sola ha intera ogni bellezza.


L’anima e il corpo limiti non hanno:
agli amanti,quando sono distesi
sul suo incantato e docile declivio
nella loro consueta tenerezza,
grave manda Venere la visione
d’una sovrannaturale armonia,
d’amore e di speranza universali;
mentre un’astratta intuizione sveglia,
in mezzo ai ghiacciai e tra le rocce,
dell’eremita l’estasi carnale.


La certezza,la fedeltà trascorrono
al rintoccare della mezzanotte
come le vibrazioni di campane,
e i pazzi levano secondo l’uso
il loro uggioso grido pedantesco:
il costo fino all’ultimo centesimo,
tutte le carte temute predicono,
sarà pagato,ma da questa notte
non un solo bisbiglio o un pensiero,
non un bacio,uno sguardo sia perduto.


Beltà,visione e mezzanotte muoiono:
possano i venti dell’alba che soffiano
soavi intorno al tuo capo sognante
mostrare un tale giorno di dolcezza
che l’occhio e il cuore scosso benedicano,
trovino sufficiente questo mondo
mortale; aridi meriggi ti vedano
nutrito dai poteri involontari,
notti violente ti lascino illeso
proseguire con ogni amore umano.



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